MERDÙLES. Sono le maschere carnascialesche di Ottana. Tutte le maschere di Ottana vengono in genere chiamate Merdùles. Ma su Merdùle vero e proprio indossa bianche pelli di pecora (sas peḍḍes), porta in capo un nero fazzoletto muliebre e sul viso una nera maschera antropomorfa (sa caratza) in legno di perastro; sovente questa maschera impassibile è resa deforme da bocche storte, dentacci o nasi lunghi o adunchi.
Su Merdùle tiene in mano un nodoso bastone (su matzuccu) e una frusta di cuoio (sa soca). Ha gambali in cuoio e calza le solite scarpe da pastore. Nella rappresentazione scenica egli tiene legato il bue (su bòe, la seconda maschera) e in disordinato e tumultuoso corteo lo sospinge ma cerca di limitarne la furia. Su bòe si ribella e si scaglia contro il padrone, tentando goffamente di moderarne le aggressioni; sbuffa, scalcia, infine si getta a terra sfinito, esanime. La terza maschera è sa filonzàna, ‘la parca’ che tesse il filo dell’esistenza.
Qualcuno presume che il nome Merdùle derivi, sic et simpliciter, da merda; altri, con più acume filologico, pensano ad origine nuragica, da mere ‘padrone’ + ule ‘bue’ (‘padrone del bue’). Così anche Ugas 242, precisando l’antichissima origine da Merre. Ma in Sardegna Merre è la Prima Essenza, da sum. Merre riferito esplicitamente a Dio Unico Onnipotente: me ‘essenza divina che determina l’attività del cosmo’ + re ‘quello’ (Mer-re ‘Quello della Prima Essenza, l’Edificatore dell’Universo’). Quindi è azzardato vedere in Merre un po’ tutti gli ecisti proto-sardi, a cominciare da Jòlao, che Ugas identifica nel re degli antichissimi distretti tribali e cantonali d’età nuragica e pre-nuragica. Egli ha sbagliato di poco: non era il re archetipico ma il Dio archetipico, la Prima Essenza.
La base etimologica di Merdùle sta a sua volta nel sum. me ‘battaglia, combattimento’ + er ‘lutto, compianto’ + dulum ‘tristezza, tormento, dolore’, ‘duro lavoro, fatica’: me-er-dulum, composto paratattico. Il significato sintetico sembra essere ‘combattimento, compianto, tormento’ (che emblematicamente sono gli aspetti dominanti nell’impegno dell’uomo a procacciarsi il pane). Le tre maschere citate sono gli attori di questa pantomima, e ognuna impersona uno degli aspetti qui messi in evidenza.